mercoledì 25 aprile 2012

Il Corpo, dimora del Sé


Il Corpo, dimora del Sé



“Quando si appartiene completamente al proprio corpo si vive pienamente nel presente: La coscienza si estende tanto profondamente nel corpo che si sente pulsare la vita. Gli animali vivono così. Il gatto disteso al sole che guarda fuori dalla finestra è la raffigurazione perfetta di un organismo in pace con se stesso e con il mondo. E' uno stato che noi esseri umani sperimentiamo quando il nostro presente include il passato e determina il futuro, attraverso il collegamento della tradizione.”
La spiritualità del corpo
Alexander Lowen

Quotidianamente, quasi fosse una strana epidemia, osservo incredula donne, anche bellissime, trasformarsi, plastificando i volti, in stereotipe maschere aliene e alienanti.
Io non sono contro la chirurgia estetica, e queste righe non vogliono essere una critica a chi ne fa un uso sensato ed equilibrato, ma solo un invito alla riflessione. Soprattutto per me, che proprio non comprendo il perché di queste maschere inespressive, che ostacolano anche il libero e armonioso fluire della voce.
Aver percezione del proprio Sé corporeo, ed accettarlo con tutti i suoi difetti, sembra ormai un'eresia, nonostante emerga così palese il disagio di queste donne, mutilate della loro interiorità, proposte prima dal piccolo schermo e ora addirittura nella quotidianità, contribuendo alla costruzione di una personale immagine corporea veramente inappropriata.
Infatti la percezione del proprio Sé corporeo si disegna sulla base delle proprie esperienze fisiche ed emotive vissute già dalla vita intrauterina, sulla realtà somatica, su quanto ci rimandano gli altri e anche in relazione all'ambiente sociale in cui si vive.

Ma cosa rende così inaccettabile una ruga?
C'è qualcosa che dimora in ogni piega e solco della nostra epidermide, quel soffio vitale che si nasconde tra le rughe di un sorriso aperto, o nei disegni che dipartono da uno sguardo profondo, che come recita il detto, dovrebbe essere lo“specchio dell'Anima”.
Perché mutilare quello spirito di donna archetipa selvaggia e antica madre, creatività primeva e ancestrale?
Non sono i segni e le ferite a fare di noi ciò che realmente siamo?
Ciascuno di noi, si sviluppa e struttura come essere unico e irripetibile, tra sogni, dolori, delusioni, successi e aspirazioni. Tutto il nostro vissuto costruisce la nostra personalità, ma anche la nostra personalità corporea, attraverso espressioni e atteggiamenti posturali, disagi fisici, armonizzazioni e o disarmonie.
Il nostro corpo è una fedele mappa del nostro Sé più profondo, un'azione chirurgica equivale ad una mutilazione del proprio Sé.
Certamente il cambiamento è possibile e spesso auspicabile, ma io credo, che dovrebbe essere accompagnato da un processo maturato, graduale e soprattutto integrato: corpo, mente e anima.
Ogni momento di trasformazione è una fase critica nella riorganizzazione di questa immagine di sé, che ha bisogno di tempo e maturazione.

Ogni “segno” che si incide sul nostro corpo ha un suo significato nella nostra esistenza a diversi livelli; eliminarlo con un colpo di spugna in superficie probabilmente servirà solo a seppellirlo più profondamente, nel mare dell'inconscio, e quindi più pericoloso e incontrollabile emotivamente.

Certo, personalmente mi rendo conto che la mia pancia smagliata dalle gravidanze non sia proprio il massimo esteticamente; spesso mi imbarazza, soprattutto quando mi lascio prendere dal “clima balneare” della prova costume, quando tutte mi sembrano perfette, tranne me.
Ma poi qualcosa di antico prende spazio dentro di me e mi possiede, la vecchia saggia che risiede in me ridacchia della puerilità della mia superficialità. Allora ridacchio anch'io, tra me e me, mentre mia figlia mi guarda scuotendo la testa, con quei suoi occhi infiniti, e dice: “te sei tutta matta”.
Sicuramente non ha torto.
In effetti, il mio ventre bruttino è il mio passato, il mio presente e il mio futuro.
E' il mio centro, totem della mia esistenza, parla a gran voce dei miei sogni, dolori, desideri, paure, potere creativo. Continuo ad averne cura, certo, lo massaggio con creme e cerco di mantenere tonicità muscolare, soprattutto perché questo mi mantiene in contatto, anche attraverso un dialogo tonico, con questa parte così rilevante di me.
Questa pancetta, con grande senso di liberazione, la scuoto ballando, dando spazio alla sua espressione.
Si, insomma, non diventa bella, ma certamente è incredibilmente vivificata dalle esperienze e con la sua energia ravviva tutta me stessa.

Lucilla Loddi
Counseling Espressivo e Arteterapie, Tecniche di riequilibrio psicocorporeo, Nata Raja Yoga 

Laboratorio di Maggio
sab, 12 Maggio, 14:30 – 17:00

tutti i giovedi dalle 8.15 alle 9.15
tutti i venerdi dalle 19.00 alle 20.00


Informazioni e prenotazioni:
3202104307

Libro consigliato:
Corpo e cambiamento
Massimo Soldati
Prezzo € 14,90
Libro - Pagine 236 Anno: 2007
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